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Salute e malattie

E per non prentere la febre si doveva bere vino e mettere caucina squagliata con l’acqua davante la porta, per ammazare a tutte l’inzerte. E il mio fratello Ciovanni per questolavoro era ottimo. Ma il mio fratello, delle inzerte, non zi faceva muzicare, perché fomava e beveva vino.
E poi il mio fratello mi ha detto: – Ora ti ne vaie adormire, e poi deve stare atente che qui a Chiaramonte, con la spagnola, ni moreno magare 20 o 24 al ciorno.

Salute e malattie E per non prentere la febre si doveva bere vino e mettere caucina squagliata con l’acqua davante la porta, per ammazare a tutte l’inzerte. E il mio fratello Ciovanni per questolavoro era ottimo. Ma il mio fratello, delle inzerte, non zi faceva muzicare, perché fomava e beveva vino. E poi il mio fratello mi ha detto: – Ora ti ne vaie adormire, e poi deve stare atente che qui a Chiaramonte, con la spagnola, ni moreno magare 20 o 24 al ciorno.

Vincenzo Rabito nell’estate del 1918, in licenza dal fronte dove quasi ininterrottamente era stato obbligato a seppellire morti, trovò Chiaramonte sconvolta dall’epidemia della febbre spagnola.
Quella febbre, che stava causando milioni di morti in tutto il mondo, fu la pandemia più grave del ‘900. In Italia, solo in quell’anno, morirono a causa di quell’influenza più di 270mila persone. La Sicilia fu la seconda regione più colpita con circa 30mila decessi dopo la Lombardia che ne contò più di 36mila.
Se l’epidemia di spagnola fu un evento eccezionale, più in generale i tassi di mortalità dovuti a malattie infettive furono costantemente alti fino a quando, nel secondo dopoguerra, il miglioramento dell’alimentazione e dell’igiene, insieme all’introduzione degli antibiotici e dei vaccini, cambiarono significativamente lo scenario.
In Sicilia alcune forme di malattie infettive colpivano più duramente che in altre regioni.
Secondo le statistiche ufficiali (ISTAT, Cause di morte 1887-1955, Roma 1958), la Sicilia aveva infatti il triste primato di regione con maggior numero di vittime per malaria, tifo e gastroenteriti (comprendenti anche disturbi della nutrizione) che interessavano in modo particolare la prima infanzia. Morirono per gastroenteriti e coliti nel 1887 più di 14mila siciliani, nel 1920 più di 12mila, per ridursi a 2200 nel 1955.
Le altre malattie infettive più significative nell’isola per numero di vittime furono la tubercolosi, il morbillo, la polmonite, la meningite, la difterite e la pertosse.