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L'epopea della "Monti Iblei"

nel racconto di Vito Veninata, testimone e protagonista

La collaborazione fra Archivio degli Iblei e Oltreimuri.blog si inaugura con la storia di una competizione sportiva intimamente legata a Chiaramonte, il paese in cui risiedono in prevalenza gli amici che animano la redazione del blog. E’ una storia che incuriosisce e diverte anche chi, come chi scrive, non nutre alcun specifico interesse per la pratica sportiva in questione: l’automobilismo. Ma è soprattutto una storia niente affatto “paesana”.

Il racconto di Vito Veninata, testimone e protagonista al tempo stesso, attraversa tutta la seconda metà del Novecento. Con grande vivacità, passione e competenza siamo via via introdotti in un microcosmo, variegato e affollato, che muta via via nel corso del tempo, dove si intrecciano vicende individuali e accadimenti nazionali e internazionali, questioni finanziarie e materiali, cronache politiche oltre che sportive.

Fra i piloti, in alcuni casi noti a livello non solo italiano, troviamo aristocratici e rampolli di potenti famiglie siciliane, futuri deputati nazionali, veterani e ragazzi dell’élite economica della provincia ragusana, fra cui anche un giovanissimo Giovanni Cartia, futuro presidente della Banca Agricola Popolare di Ragusa. La celebrità di alcuni personaggi travalica le imprese sportive. Basti pensare al barone Stefano La Motta e al principe Raimondo Lanza di Trabia, che l’autore incontra nel 1951 all’età di nove anni, proprio in vista della prima edizione della competizione ragusana promossa dall’ing. Filippo Veninata, padre di Vito, insieme all’amico Cav. Peppino Arezzo. Il barone, che era stato coinvolto nelle burrascose vicende del dopoguerra come sostenitore del movimento separatista, troverà la morte proprio in quell’anno in un incidente stradale correndo per la Targa Florio mentre il principe, dopo la morte dell’amico, smetterà di gareggiare. Raimondo Lanza di Trabia, affascinante, estroso, bizzarro, un vero dandy siciliano, era stato protagonista del bel mondo negli anni Trenta e continuò ad esserlo anche nel dopoguerra negli anni della “dolce vita”. Era stato assiduo frequentatore del salotto di Galeazzo ed Edda Ciano, boyfriend di Susanna Agnelli e poi amico del fratello Gianni, collezionava amanti nel mondo cinema e complicità con i più noti e diversi personaggi, era stato in Spagna informatore per l’Ovra negli anni Trenta e dopo lo sbarco degli Americani aveva attivamente cooperato con questi ultimi. Nel 1954, quando il suo corpo nudo fu trovato sul selciato dell’hotel romano dove era ospite, nessuno ebbe dubbi sul suo suicidio, cosa invece messa in discussione negli anni più recenti. Domenico Modugno, come ricorda Vito Veninata, gli dedicò la sua bellissima Un uomo in frac. Per chi volesse saperne di più molte sono le biografie pubblicate.

Ma ritorniamo alla storia della Monti Iblei e a quel 1951. La prima edizione può definirsi veramente “epica”, a partire dal suo percorso che oggi ci sembrerebbe pazzesco. E forse lo era già allora: stazione di Ibla – stazione di Ragusa superiore. “Il vulcanico Raimondo – scrive Vito Veninata- salutando mio padre, profetizzò che al massimo qualche concorrente inesperto avrebbe potuto concludere la sua gara dentro qualche casa. Evento che poi avvenne realmente, ma concluse: ‘Filippo, ma che te ne fotte!’”. La seconda edizione si svolse solo anni dopo, nel 1957, e fu ben altro il percorso: da Roccazzo a Chiaramonte.

Nella storia novecentesca della manifestazione non sono solo i piloti ad essere ricordati. Per il loro ruolo spesso determinante, si fanno i nomi di capaci (o meno capaci) funzionai e dirigenti di enti diversi, di amministratori locali e di politici vari. Si ricordano i marchi prestigiosi delle auto in competizione: Ferrari e Porsche, Abarth e Alfa Romeo. Non mancano però neanche le Fiat 500 “superpreparate” da meccanici d’ingegno, come quella guidata nel 1967 dal giovanissimo Vito Veninata (che correva con lo pseudonimo di Wan) messa a punto dal tecnico sciclitano Guido Boscarino.

L’ultima edizione della Salita dei Monti Iblei, per auto moderne e auto storiche, si è svolta dal 16 al 18 aprile 2021 “a porte chiuse”: il pubblico ha potuto seguirla su internet.

Vito Veninata è nato a Ragusa nel 1942. Ha nutrito sin da bambino, seguendo le orme del padre, l’ingegner Filippo, la passione per l’automobilismo e a partire dal 1965 ha iniziato a gareggiare come pilota, ottenendo titoli prestigiosi. Nel suo palmarès quattro titoli italiani consecutivi (nella “Sport” 1300 e 2000), dal 1980 al 1983. Conseguita la maturità classica, dagli anni fino Settanta fino ai primi anni del 2000 ha avuto la concessionaria Lancia. Prima ancora l'Autobianchi e la Volkswaghen. Nel 1991 ha fondato il Veteran Car Club, del quale è Presidente onorario dal 2015. Colleziona auto d’epoche, spesso utilizzate in fiction televisive e cinematografiche. A partire dal 1992 è stato tra gli organizzatori dell’Autogiro della provincia di Ragusa per auto storiche. Fa parte della commissione tecnica nazionale dell'ASI (certifica la storicità e l'originalità delle auto).

Chiara Ottaviano

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L'epopea della "Monti Iblei" di Vito Veninata
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