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Le neviere

Sui Monti Iblei furono costruite numerose neviere: le immagini mostrano alcune tra le più importanti neviere superstiti. Foto di Giuseppe Cultrera, Alessandro D'Amato, Salvatore Schininà e Giovanni Tidona.

Dislocate negli Iblei, le neviere (nivere in dialetto) rappresentano la traccia di un’attività economica fiorente e attiva dal XVII secolo alla metà del XIX. Scavate nella roccia per quattro quinti della loro altezza sono sormontate da una copertura in muratura e dotate di due aperture, una per il carico della massa nevosa e un’altra per l’estrazione dei blocchi di ghiaccio.
L’attività commerciale legata alle neviere era solitamente appaltata tramite bando pubblico, mentre la raccolta della neve era affidata a lavoratori salariati, ingaggiati nelle piazze dei principali paesi montani (Chiaramonte, Palazzolo, Buccheri). Una volta raccolta, la neve veniva trasportata nella neviera, gettata dentro e pestata per essere trasformata in lastre di ghiaccio, separate da strati di paglia. Il ghiaccio era poi estratto durante l’estate e commercializzato per conservare cibi deteriorabili, per confezionare bevande fresche (si pensi al sorbetto) o per fare fronte alle cure del freddo prescritte da medici e curatori.  

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