Riqualificazione e recupero della ex distilleria del Consorzio Agrario a Vittoria (RG)
di Aldo Todaro
Riqualificazione e recupero della ex distilleria del Consorzio Agrario a Vittoria (RG). Tesi di laurea di Aldo Todaro, relatore prof. ing. Marina Pugnaletto, Università di Roma "La Sapienza", Facoltà di Ingegneria, corso di laurea specialistica quinquennale in Ingegneria edile-architettura U.E. (a.a. 2012-13).
La tesi è conservata in archivio presso il Dipartimento DICEA – Via Eudossiana 18 – Roma.
Presentazione del prof. ing. Marina Pugnaletto
La tesi di laurea dell’ing. Aldo Todaro affronta il tema molto interessante e complesso del rapporto tra un manufatto storico da recuperare riqualificare e una nuova edificazione da inserire per adeguare il vecchio a sopraggiunte nuove esigenze.
Il riconoscimento e la salvaguardia dei valori originari di un manufatto porta, in ogni intervento di recupero, alla necessità di individuare un nuovo valore che si aggiunga a quelli esistenti senza snaturarli, creando un dialogo tra passato e presente in cui le due realtà risultino l’una di supporto all’altra in una valorizzazione reciproca. Questo tema risulta ancora più complesso nel momento in cui si decide per motivi contestuali di intervenire inserendo un nuovo oggetto a fianco della vecchia costruzione e la problematica maggiore da affrontare è proprio nel rapporto tra i due oggetti affinché nessuno dei due finisca in secondo piano per la presenza dell’altro.
Nella storia della città di Vittoria la produzione vitivinicola ha avuto fin dall’epoca della sua fondazione, nel 1607, una notevole importanza; la prima distilleria venne fondata nel primi anni dell’’800 dagli Ingham, negozianti inglesi già presenti in Sicilia nella zona di Marsala, a due miglia dalla città in direzione Scoglitti, in modo da facilitare gli scambi via mare. La seconda distilleria, “lambicco”, venne realizzata nel 1842 per opera di un imprenditore calabrese Vincenzo Florio in località Giardinazzo, la terza nel 1907 fu la distilleria del Consorzio Agrario, che sorse a ridosso del percorso della ferrovia Siracusa-Gela, non lontano dalla stazione di Vittoria. Dopo questi primi tre impianti e fino al 1930, ne vennero costruiti altri sei creando nella città una rete destinata alla lavorazione delle vinacce provenienti dalla produzione vinicola.
Nella tesi ci si è occupati proprio della riqualificazione di una delle distillerie, quella del Consorzio Agrario, l’unica ancora oggi esistente, pensando ad un suo possibile riutilizzo in un’ottica turistica di valorizzazione e promozione del territorio. In quanto testimonianza della civiltà del vino, essa costituisce un presidio ambientale e un valore storico da salvaguardare e potrebbe rientrare di diritto tra i beni da valorizzare se, come già richiesto, venissero redatte le linee guida, “Vittoria città del vino”, per dotare la città di una variante di piano. D’altronde il rilievo che ha assunto in ambito nazionale e internazionale la produzione del “Cerasuolo di Vittoria” fa divenire competitivo questo distretto del vino competitivo e potrebbe dare un nuovo volto all’immagine qualitativa della Sicilia vitivinicola.
Nella redazione del progetto si è partiti da un’analisi dell’esistente effettuando un puntuale rilievo che ha evidenziato come nel lotto erano stati costruiti (rilevabili in un catastale del 1940) degli annessi funzionali all’uso del fabbricato principale. Proprio utilizzando l’impronta a terra di questi manufatti, oggi demoliti, si è proceduto con la realizzazione della nuova edificazione che doveva risultare poco invasiva, come detto in precedenza, nei confronti del bene da recuperare.
Il progetto si basa quindi sul riutilizzo della ex-distilleria e sulla costruzione di due nuovi edifici per realizzare un centro polifunzionale, corredato di sale espositive, sala conferenze/ convegni flessibile e area ristoro, atto ad ospitare le iniziative proposte dalla città per la valorizzazione del Cerasuolo.
Il progetto di riutilizzo dell’edificio esistente ha comportato l’approfondimento dei dettagli costruttivi relativi all’intervento sui solai e sulle coperture, realizzati entrambi con nuove carpenterie metalliche. Per valorizzare poi il forte simbolismo della ciminiera posizionata nella parte retrostante della distilleria rispetto alla zona di ingresso e al resto dello spazio pubblico, sono state adottate soluzioni per creare un taglio verticale sulla parete di fondo corrispondente a un taglio nel tetto per consentire proprio la visione della ciminiera.
Il progetto delle nuove costruzioni - una sala convegni divisibile all’occorrenza e una zona di esposizione e vendita del vino - è stato infine approfondito sotto il profilo costruttivo sviluppando anche i calcoli strutturali per la realizzazione della copertura in soletta di calcestruzzo armato e i calcoli termici per gli impianti centralizzati di condizionamento dell’aria.