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Progetto di recupero

Ex-fornace del Pisciotto.
Tesi di laurea di Giorgio Iabichella

Progetto di recupero e valorizzazione dell'ex Fornace del Pisciotto - Scicli - (RG). Tesi di laurea di Giorgio Iabichella, relatore Prof. Ing. Marina Pugnaletto, Università di Roma "La Sapienza", Facoltà di Ingegneria, corso di laurea specialistica quinquennale in Ingegneria edile-architettura U.E. (a.a. 2003-04).
La tesi è conservata in archivio presso il Dipartimento DICEA – Via Eudossiana 18 – Roma.

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Presentazione del prof. ing. Marina Pugnaletto

Indiscutibili sono le ragioni per progettare un intervento di recupero del Pisciotto: è essenziale non solo per la conservazione di quello che è un organismo unico sotto il punto di vista tecnico costruttivo del territorio ragusano, spesso sottovalutato rispetto al barocco dei centri cittadini, ma anche e soprattutto per la particolarità del sodalizio tra architettura, paesaggio e storia, che fa della fornace Penna un punto singolare per bellezza e suggestione dell'intero litorale della Sicilia sud-orientale. Inoltre l’ex-fornace costituisce un manufatto da annoverare tra quelli di “archeologia industriale” per i quali è fondamentale intervenire, per conservare la memoria di un luogo e non per associare le permanenze industriali ai monumenti. L'associazione giusta da fare in questo caso non è con il monumento ma con il paesaggio: anche questo sottintende una storia, una struttura, una qualità ma anche una geografia. Si pensi alla stretta connessione che si ha fra localizzazione industriale, trasporti, conformazione orografica, fonti delle risorse, energia: la fornace del Pisciotto era, ed è, in rapporto con la ferrovia, con il mare, con la pineta e i vigneti, con le residenze operaie, con la spiaggia. Sono questi rapporti, queste relazioni che ne determinavano le funzioni, e la cessazione di queste ha causato la perdita delle funzioni stesse; perciò l'individuazione delle nuove funzioni deve necessariamente nascere dalle indicazioni di rapporto individuate principalmente in sede urbanistica.

La tesi di laurea, realizzata dall’ing. Giorgio Iabichella sotto la mia guida, è un esempio di come nella Facoltà di Ingegneria di Roma – “La Sapienza”, nel corso di laurea in Ingegneria edile-architettura U.E., viene da molti anni affrontato il tema sempre attuale della riqualificazione e del recupero edilizio.

Lo studente, fuorisede, nato a Vittoria e molto legato alla sua terra, mi propose di seguirlo in una tesi di recupero su un oggetto del suo territorio ed io, legata da vincoli familiari al territorio di Scicli, lo indirizzai verso l’ex-fornace del Pisciotto, in quanto quell’oggetto, visto per la prima volta nel lontano 1981, mi ha sempre affascinato e sarebbe stata l’occasione per conoscerne meglio la storia.

Premesso questo, sono state avviate due indagini in parallelo, una di tipo quantitativo, geometrico e morfologico che ha condotto alla restituzione grafica del manufatto e al rilievo di tipo costruttivo e funzionale, sia della ex-fornace sia delle pertinenze, e l’altra di tipo qualitativo per capire quali potessero essere le aspettative di tutti gli attori presenti nel processo di recupero, i cittadini, il Comune, gli abitanti delle immediate vicinanze, la proprietà e quali potessero essere le potenzialità dell’oggetto su cui intervenire, per arrivare alla redazione di un progetto di riqualificazione sostenibile del manufatto in questione.

Non è certo accondiscendendo al numero più disparato di pretese, infatti, che si trova la soluzione più giusta per il progetto, ma c'è da dire che l'ex-fornace e le sue pertinenze offrono la possibilità di soddisfare tramite criteri ragionevoli esigenze reali senza per questo mortificare il sito, anzi sfruttandone le potenzialità.

Sono state vagliate varie ipotesi di riuso, prevedendo però sempre uno spazio espositivo e, compatibilmente con la "rifunzionalizzazione" dell'intera area, uno spazio per conferenze o attività analoghe, di più modeste dimensioni rispetto a quelle auspicate dal comune, utilizzabile anche per iniziative da organizzare nella stagione estiva. Non è stato però possibile conciliare un’attività turistica con una produttiva per non "snaturare lo spirito dell'area", cosa che alcuni temono, giustamente, possa accadere impiantando al Pisciotto le attività più disparate. Questo si potrebbe scongiurare realizzando un agriturismo, approfittando anche della tradizione vinicola della zona, ma il progetto, altamente compatibile con tutte le prescrizioni e le aspettative, è reso un’utopia dalla necessità dei grandi spazi necessari per il suo impiantarsi, che cozzano gravemente con i problemi della proprietà che consentono di ipotizzare solo interventi non troppo vasti.

Rinunciando allora alla richiesta di coerenza tra antiche e nuove funzioni e privilegiando una vocazione tanto naturalistico-ambientale quanto imprenditoriale, è sembrato opportuno cedere alle motivazioni di un attrezzatura turistico-ricettiva di media portata che investe l'ex-fornace e le sue immediate pertinenze, tenendo in conto però la possibilità, in un futuro non immediato in cui si renda possibile l'acquisizione di tutta l'area, di ampliamento o addirittura di una conversione in agriturismo di cui l'organismo recuperato nella tesi costituisca nucleo.