Sono deventato fascista
Chiaramonte 1922. (pp. 159-160)
Ormai comantavino li scuatriste in tutte i poste di lavoro, e tutte quelle che cercammo lavoro, se non avemmo la tessere fascista, non potemmo antare allavorare. Quinte, bisognava di farene la tessere fascista.
Così, un giorno, don Vettorio Recotta mi ha detto: – Vincenzo, ora c’ene che per antare allavorare te deve fare la tessere fascista, che per te e tuo fretello Ciovanni, perché siate vere compatente, Mossoline vi la darà cratese. Quinte, tutte per avere la tessere fascista dovevino pagare lire 15 e noi, per essere uno mutelato e uno decorato, ci l’hanno dato franca, questa tessere fascista.
Nella mia vita aveva stato uno acanito socialiste e quase quase restaie male a campiare partito, ma poi tra me disse: «Non paganto niente…» E così, mi l’ho preso e sono deventato fascista.
Recordo che mi ho trovato fascista con la data del 15 dicembre 1922, e dal 1923, dal 27 marzo, passato alla Melizia di securizia nazionale, senza che io avesse saputo niente, tutta opera del dottore Cotello, perché questo era capitano della Milizia.
Però, io aveva fatto parte sempre delle Quardie Rosse di Chiaramonte, ma, a Chiaramonte, fino ad allora, non si aveva fatto niente, né nei Quardie Rosse e neanche nelle squatre fasciste, perché non era paese di farese portare respetto! Ma, nei crante centre, certo che con questo campiamento di coverno ci foreno tante muorte e tante ferite! Quinte, Milano, Cheniva, Napole, Torino, Palermo, Bare hanno fatto tante mese di sacrifizie e tante migliaia di arreste, gente portate a confine, al carcere. E a tante che avevino miletato nelle Quardie Rosse, che avevino li poste covernative, come venne la dettatura fascista, ci hanno levato il posto e l’hanno butato immienzo a una strada, senza lavoro e senza niente.