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Sempre a piede, caminanto caminanto

1912 – 1945. 


Settembre 1912, da Chiaramonte a Vittoria (p. 5)
Così, venne il mese di setembre. Io sapeva che a Vitoria era tempo di ventemmia. Una matina alle ore 2 mi alzo con 4 mieie compagne più crante di me e ci ne siammo antate a Vettoria di notte a piede. Così, alle 6 di matina, fuommo a Vittoria.

1915, da Chiaramonte a Raddusa (p. 14)
Poi, recordo una volta che non potiamo fare niente a Chiaramonte che lavoro non ci n’era. Io e Ciovanne sapemmo che arRadusa c’era lavoro, che ni l’aveva detto uno amico di mio padre. E io e Ciovanni partiemmo a piede.

Luglio 1924, nelle campagne dell’ennese (pp. 167-169)
Così, sempre a piede, da Enna antiammo a Calascibette, e lavoro non ni trovammo. E così, sempre a piede, antiammo in uno piccolo paese che si chiamava Passarello, o pure Villadoro, e abiammo fatto altre 10 ciorne di metre, sempre con lo stesso sestema, che alla sera antiammo al salone per farene vedere che sapiammo sonare.
(…)
Così, io, Paolo e Turi Cucuzzuni, per non fare 32 chilomitre, come ha tramontato il sole, partiemmo con molto coraggio, campagnie campagnie, che poi dovemmo arrevare a Liomporte, che così tutta la strada era 20 chilomitre, ma precolosa. Io, da parte mia, li solde che aveva mi l’ho messo lecate nelle carzette, e lire 10 nelle tasche, che così, se ci incontravino, ci avesse dato quelle lire 10. Paolo ci ho fatto mettere lire 20 macare nelle tasche, Turi Cucuzzuni ci ne ammesso altre 20 pure. E partiemmo, con la chitarra e il mandolino e li falcie e la ciacca sopra li spalle.
E camminammo per tutta la notata, ma ebimo la fortuna di non incontrare annesuno.
(…)
Perché questo treno cominciavo a fonzionare nel 1924 e questo treno fu chiuso nel 1949. Pacienza che camminava quanto una buona carrozza con uno buono cavallo, ma era una buona commitetà per quelle che antammo a Catania allavorare. E così, fenarmente io ho fenito di fare sempre questa lunca strada a piede: Vizzine – Licordia – Filo Zinchero – Tichiara – Chiaramonte.

1929, da Chiaramonte a Ragusa (p. 182)
E io, con una racomandazione di uno cenerale e di uno barone e 4 coniglie, e tante viaggie di strada a piede ci ho fatto da Chiaramonte a Raqusa, non fecie niente.

Gennaio 1945, da Chiaramonte alla contrada Malotempo (pp. 309-310)
E così, il sotto scritto, Rabito Vincenzo, la matina del 21 cennaio 1945, prese un badile, voldire una pala, una carderella e una martedina, e prese la strada per la stanzione e partie, e umpezzo di pane che, per crazia di Dio, l’aveva dentra casa, e una crossa cipolla di Ciarratana, e tanto contente, antanto per Costaprena stanzione, e poi per Monterosso, e quinte, alle ore8, misono trovato sul lavoro.
Certo che la prima matina fece 8 chilomitre di strada carrecato con tutte quelle atrezze, che erino molto pisante, e sono revato molto stanco. Ma, però, sono revato perfetto.