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Famiglia, generazioni e genere

E quinte, mia madre mi diceva: Vede che io oramaie sono vecchia, e serbemento più non ti ne posso dare, quinte, tu te deve cercare a una moglie, perché haie 40 anne.

lavoro domestico

Tradizionalmente i giovani e le donne erano sottoposti all’autorità assoluta del padre e dei fratelli maggiori. Come raccontano molte testimonianze, ancora negli anni Cinquanta, la possibilità per i ragazzi e le ragazze di conoscersi e frequentarsi senza il controllo costante degli adulti era impossibile. Preludio al matrimonio era un corteggiamento che si affidava per lo più a scambi di sguardi; impensabile arrivare alle nozze senza consenso di genitori.
Per l’uomo prendere moglie, come sottolinea la raccomandazione della madre di Rabito al figlio quarantenne, era una necessità assoluta: il lavoro della donna in casa era per molti aspetti essenziale. In una società povera e arretrata, dove i consumi erano limitatissimi, gli elettrodomestici di là da venire e l’acqua corrente una rarità, il lavoro domestico era un’attività quanto mai pesante. La grande disparità di condizioni economiche fra i ceti spiega la presenza di servitù nelle famiglie dei medio-alti. Con il termine di “criate” si indicavano le donne al servizio permanente di una famiglia assunte per miseri salari spesso già da bambine. Solo con il boom economico, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, grazie all’innalzamento generale del tenore di vita, alla più diffusa alfabetizzazione, all’aumento dei consumi e  all’arrivo degli elettrodomestici, cominciò a cambiare  il ruolo delle donne, che iniziarono a entrare nel mercato del lavoro. Secondo i rilevamenti del censimento del 1951 nella provincia di Ragusa,  su un totale di 100.756 donne di età superiore ai dieci anni l’ 85,25% era costituito da “popolazione non attiva” “attendente alle cure domestiche” e solo il 5,48% risultava occupato. Dieci anni dopo, nel 1961, la percentuale delle casalinghe risultava pari al 75,56% e quella delle occupate pari al 7,49%. All’inizio del secondo millennio, nel censimento del 2001, le casalinghe sono sempre la maggioranza, con una percentuale del 38,18% sulla popolazione femminile dai 15 anni in su. Delle 50.000 donne censite come casalinghe  quasi 14.000 superano i 65 anni d’età. Le donne occupate risultano invece 28.859, circa il 22%.
 
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